ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ, "conosci te stesso"

L'esortazione conosci te stesso è un motto greco (Γνῶθι σαυτόν, gnôthi sautón), iscritto sul tempio dell'Oracolo di Delfi .  La frase tradotta recita: "Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli Dei". L'intera frase è coerente con l'insegnamento di Socrate che incitava a guardare dentro di se per poter sperare di giungere ad un livello di consapevolezza che portasse a sentirsi parte dell'universo e quindi del divino. Altra interpretazione, più antica, afferma che il motto è rivolto dal Dio agli esseri umani per ricordargli i loro limiti e la condizione di mortali. Io, pur propendendo per l'interpretazione di Socrate, simile a quella delle maggiori religioni orientali, ho voluto però mettere in risalto la lotta continua per l'affrancamento dalla condizione di subalternità dell'essere umano, o meglio della condizione di subalternità, che purtroppo non ha portato a risultati ottimali nella realtà culturale dell'antica Grecia e penso anche oltre il tempo...fino alla nostra attualità. Ho portato tre esempi: quello di Prometeo, di Sisifo, di Pandora. L'affrancamento dagli "Dei" non significa affrancamento dalla religione e/o religiosità, ma...penso che dovrebbe consistere nel liberarsi da una visione/soggezione del "divino" antropomorfizzato riconducendo se stesso, con la meditazione ecc., ad una condizione di "parte di un tutto" nella quale le "energie vitali" possono essere diverse ma tendenti ad un equilibrio universale che, secondo il mio piccolo parere, forse anche del pensiero buddista, spiritualismo cristiano, sufi, ecc. permetterebbe ad ogni particella del divino di giungere alla condizione di "perfezione" nell'insieme. Forse faccio un po di confusione? forse, ma non è facile il cammino della conoscenza e della libertà sia in noi che per la società, ma...sperare humanum est (senza dimenticarsi, anzi, che "perseverare autem diabolicum"). La ricerca non sia diretta solo dentro di se ma anche fuori, nel sociale per miglioralo altrimenti non avrebbe senso la nostra presenza nell'umanità.                                                                                                                                                                                                                                                                          aprile 2011; cm 100 x 140

     
 
     
 
     
     
     
 
     
  >